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Passeggiata e meditazione al labirinto di Monte Pellegrino
27 Maggio 2017- 16:00.18:30
euro7.00Un percorso personale,realizzato all’istante, al di fuori dello spazio e del tempo.
Non si è posti davanti a bivi e dunque non vengono richieste scelte da compiere. Il centro risulta essere la fine del percorso e, nel contempo, il fine del percorso è il centro.
Il labirinto e l’immagine che questa parola evoca è qualcosa di talmente radicato nella cultura dell’umanità che sembra appartenere a quella categoria di cose o eventi senza un inizio, quasi esistiti da sempre.
In realtà, pur essendo presente in tantissime civiltà del pianeta, Europa, bacino del Mediterraneo, medio Oriente, India, Giava, Sumatra, America, l’origine del labirinto ci è sconosciuta e la simbologia ad esso collegata , soltanto un insieme di ipotesi, tutte ben spiegate, ma alla fine prive di risposte concrete.
Il labirinto è un disegno misterioso anche legato alla grande madre ma in generale alla terra. Contiene il cerchio simbolo del sole/cielo e la croce simbolo della terra; è costruito sulla terra ma il suo centro guarda il cielo come un ombelico del pianeta. Potremmo considerarlo un elemento di unione tra terra e cielo. Guardando la sua forma non viene in mente nulla di più insondabile, di più oscuro ma, al tempo, pieno di luce e di rinascita.
Nel corso dei secoli il significato del labirinto nella sua forma più antica conosciuta (incisioni rupestri risalenti all’età del bronzo, circa 3000 a.C.), è stato modificato e travisato, così, quello che in origine era un percorso unico che dall’esterno portava al centro e viceversa, è diventato un cammino ambiguo con vicoli ciechi e passaggi sbarrati nel quale il motivo essenziale del percorrerlo era riuscire a trovare il centro. Facile immaginare come la simbologia ad esso legata fosse cambiata sino a rappresentare, nel suo significato metaforico, una situazione complicata, intricata, di difficile soluzione. Questo concetto, legato alla parola labirinto era presente, nel linguaggio comune, sin dal V sec. a.C., mentre per la prima rappresentazione grafica della sua interpretazione dobbiamo aspettare il 1550.
Il labirinto di Monte Pellegrino riproduce la tipologia originaria del labirinto ovvero l’unicursale Cretese, nel caso specifico a 11 spire o lame, ma che può essere costruito anche a 3 a 7 o 15 e via via in dimensioni sempre maggiori aumentando di 4 il numero delle circonvoluzioni.
Nel medioevo il tipo Cretese ha assorbito elementi cristiani come una struttura a croce molto più incombente ed un numero fisso di 11 spire simbolo del peccato legato al mondo materiale; il percorrerlo ha assunto il valore di pellegrinaggio e cammino di espiazione. L’orientamento dell’asse entrata/uscita – centro, poco chiaro nei labirinti antichi considerati pagani, ha assunto una direzione stabile verso est ovvero verso la luce. È interessante notare come, nonostante questi grossi cambiamenti strutturali, i punti chiave che racchiudono l’essenza del labirinto ed il suo mistero siano rimasti invariati anche nella rappresentazione cristiana; nasce così l’unicursale tipo Chartres disegnato sui pavimenti di varie cattedrali gotiche, tra cui quella di Chartres, in Francia e presente in analoghe strutture in Italia ma quasi sempre sotto forma di bassorilievo o pittura murale.
C’è chi, a prescindere dai significati simbolici e dalle indagini storiche condotte sulle origini e sul significato del labirinto, ne ha fatto in tempi passati e continua adesso, a farne un uso pratico considerandolo uno strumento: il più delle volte con finalità meditative e spirituali, spesso con fini terapeutici. La costruzione di labirinti in antichi palazzi, nella pavimentazione di cattedrali medioevali, in giardini, scuole, ospedali, centri sociali, spiegano una tendenza ad usare questo particolare percorso in relazione alle credenze e necessità delle varie epoche storiche con periodi ciclici di interesse ed abbandono. Molte sono, anche se tutte recenti, le testimonianze di chi, percorrendo un labirinto regolarmente o occasionalmente, ne ha tratto una determinata esperienza definibile spesso in termini di generale riequilibrio. Ed è proprio la via del percorrerlo che può far luce sugli aspetti sconosciuti e quindi misteriosi di tale struttura, seguendo il concetto espresso da Robert, valente storico esperto in labirinti, che diceva che l’unico strumento di indagine valido applicabile allo studio dei labirinti è l’immaginazione.
CONDUCE: STEFANO BALDI ideatore e realizzatore del Labirinto di Monte Pellegrino
Programma:
ore 16.00 arrivo Via Ercta ( a 200 metri dal bivio dopo il piazzale di Santa Rosalia)
ore 16.30 introduzione e spiegazione del percorso nel labirinto
ore 17.00 ingresso nel labirinto
ore 18.00 meditazione
E’ indispensabile prenotarsi presso la segreteria 3270383805